Discussione:
carriera alias, verso l'abolizione?
(troppo vecchio per rispondere)
Gennaro
2022-12-18 11:06:32 UTC
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La carriera alias imposta alla scuola italiana per questioni di maggiore
inclusività per coloro che soffrono di disforia di genere, tuttavia non
sembra avere nessun supporto normativo a sostegno, tanto più che per la
legge italiana, finché non si cambiano i documenti all'anagrafe bisogna
firmare con nome e cognome originari. Nelle scuole, evidentemente avanti
nella questione dei diritti gender ecc., ci si sta già attrezzando, ma
forse troppo frettolosamente, viste le polemiche nate anche negli ultimi
mesi.
Si vocifera che il neoministro a giorni prenderà una decisione in merito.
Si va verso l'abolizione?
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BlowGiobbe
2023-01-07 09:50:43 UTC
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Post by Gennaro
per coloro che soffrono di disforia di genere
Non è vero. Ti ripeto che la disforia di genere è una e una sola, è
una malattia e viene o non viene diagnosticata. L'OMS stima che ne sia
affetta una persona su 30mila. Anche ammesso che le stime siano per
difetto, dubito che l'incidenza sia superiore di un ordine di
grandezza, come vogliono farci credere certi movimenti ideologizzati.
La maggior parte dei ragazzi e delle ragazze coinvolte, in realtà,
"autodichiara" di non sentirsi né maschio né femmina o di appartenere
all'altro genere ma non esiste e probabilmente porterebbe a nessuna
diagnosi nella maggior parte di questi casi, alcuna refertazione
medica (la disforia viene diagnosticata da medici, non da psicologi o
psicoterapeuti, attualmente impegnati sul campo delle "relazioni
tossiche", "manipolatori", "narcisisti patologici" e altre stronzate).
Sostanzialmente i mocciosetti con cui lavorate non sono ancora né
carne né pesce e in realtà pediatri e psicologi dello sviluppo queste
cose le sanno bene.
Gennaro
2023-01-08 15:30:20 UTC
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Post by BlowGiobbe
Post by Gennaro
per coloro che soffrono di disforia di genere
Non è vero. Ti ripeto che la disforia di genere è una e una sola, è
una malattia e viene o non viene diagnosticata.
Non è vero, cosa?
Non spetta alla scuola decidere se un ragazzo soffra di disforia di
genere o no. Di solito arriva una richiesta ad opera di qualche
psicologo/psichiatra o affine che chiede di attivare questa carriera
alias, dato che il ragazzo sta cominciando o ha cominciato un certo
percorso terapeutico di transizione. Poi sta alla scuola decidere.
Se non ho capito male, questa possibilità sarà presto eliminata.
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MarioCPPP
2023-01-08 17:27:18 UTC
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Post by Gennaro
On Sun, 18 Dec 2022 12:06:32 +0100, Gennaro
Post by Gennaro
per coloro che soffrono di disforia di genere
Non è vero. Ti ripeto che la disforia di genere è una e
una sola, è
una malattia e viene o non viene diagnosticata.
Non è vero, cosa?
Non spetta alla scuola decidere se un ragazzo soffra di
disforia di genere o no. Di solito arriva una richiesta ad
opera di qualche psicologo/psichiatra o affine che chiede di
attivare questa carriera alias, dato che il ragazzo sta
cominciando o ha cominciato un certo percorso terapeutico di
transizione. Poi sta alla scuola decidere.
Se non ho capito male, questa possibilità sarà presto
eliminata.
a me cmq continua a sfuggire in che misura debba fregarcene
alcunché. Non sono cose della sua sfera privata in cui non
dobbiamo, forse possiamo, sicuramente NON VOGLIAMO entrare ?

Cambiamo qualche pronome o usiamo Hey e tiriamo innanzi ... boh


--
1) Resistere, resistere, resistere.
2) Se tutti pagano le tasse, le tasse le pagano tutti
M
Gennaro
2023-01-08 19:04:05 UTC
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Post by Gennaro
Post by BlowGiobbe
Post by Gennaro
per coloro che soffrono di disforia di genere
Non è vero. Ti ripeto che la disforia di genere è una e una sola, è
una malattia e viene o non viene diagnosticata.
 >
Non è vero, cosa?
Non spetta alla scuola decidere se un ragazzo soffra di disforia di
genere o no. Di solito arriva una richiesta ad opera di qualche
psicologo/psichiatra o affine che chiede di attivare questa carriera
alias, dato che il ragazzo sta cominciando o ha cominciato un certo
percorso terapeutico di transizione. Poi sta alla scuola decidere.
Se non ho capito male, questa possibilità sarà presto eliminata.
a me cmq continua a sfuggire in che misura debba fregarcene alcunché.
Non sono cose della sua sfera privata in cui non dobbiamo, forse
possiamo, sicuramente NON VOGLIAMO entrare ?
Cambiamo qualche pronome o usiamo Hey e tiriamo innanzi ... boh
Eh, non è proprio così. Non è questione di pronome, ma ad esempio di
nome e cognome ufficiali.
Sul registro di classe c'è ad esempio scritto Michele Rossi mica
Svetlana Rossi, così come su tutti i suoi documenti, compresa la carta
d'identità.
Solo a scuola bisogna accettare che si chiami e si firmi Svetlana
anche sui compiti in classe prima ancora che sia disposto il cambio nome
all'anagrafe? E se sì, in base a quale norma giuridica?
--
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MarioCPPP
2023-01-08 23:22:15 UTC
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Post by Gennaro
Post by MarioCPPP
Post by Gennaro
On Sun, 18 Dec 2022 12:06:32 +0100, Gennaro
Post by Gennaro
per coloro che soffrono di disforia di genere
Non è vero. Ti ripeto che la disforia di genere è una e
una sola, è
una malattia e viene o non viene diagnosticata.
 >
Non è vero, cosa?
Non spetta alla scuola decidere se un ragazzo soffra di
disforia di genere o no. Di solito arriva una richiesta
ad opera di qualche psicologo/psichiatra o affine che
chiede di attivare questa carriera alias, dato che il
ragazzo sta cominciando o ha cominciato un certo percorso
terapeutico di transizione. Poi sta alla scuola decidere.
Se non ho capito male, questa possibilità sarà presto
eliminata.
a me cmq continua a sfuggire in che misura debba
fregarcene alcunché. Non sono cose della sua sfera privata
in cui non dobbiamo, forse possiamo, sicuramente NON
VOGLIAMO entrare ?
Cambiamo qualche pronome o usiamo Hey e tiriamo innanzi
... boh
Eh, non è proprio così. Non è questione di pronome, ma ad
esempio di nome e cognome ufficiali.
Sul registro di classe c'è ad esempio scritto Michele Rossi
mica Svetlana Rossi, così come su tutti i suoi documenti,
compresa la carta d'identità.
 Solo a scuola bisogna accettare che si chiami e si firmi
Svetlana anche sui compiti in classe prima ancora che sia
disposto il cambio nome all'anagrafe? E se sì, in base a
quale norma giuridica?
non so, ma penserei che ciò fosse di competenza della
segreteria e del dirigente. Perché il problema riguarda noi ?
--
1) Resistere, resistere, resistere.
2) Se tutti pagano le tasse, le ta
Gennaro
2023-01-09 16:45:36 UTC
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Post by Gennaro
Post by Gennaro
Post by BlowGiobbe
Post by Gennaro
per coloro che soffrono di disforia di genere
Non è vero. Ti ripeto che la disforia di genere è una e una sola, è
una malattia e viene o non viene diagnosticata.
 >
Non è vero, cosa?
Non spetta alla scuola decidere se un ragazzo soffra di disforia di
genere o no. Di solito arriva una richiesta ad opera di qualche
psicologo/psichiatra o affine che chiede di attivare questa carriera
alias, dato che il ragazzo sta cominciando o ha cominciato un certo
percorso terapeutico di transizione. Poi sta alla scuola decidere.
Se non ho capito male, questa possibilità sarà presto eliminata.
a me cmq continua a sfuggire in che misura debba fregarcene alcunché.
Non sono cose della sua sfera privata in cui non dobbiamo, forse
possiamo, sicuramente NON VOGLIAMO entrare ?
Cambiamo qualche pronome o usiamo Hey e tiriamo innanzi ... boh
Eh, non è proprio così. Non è questione di pronome, ma ad esempio di
nome e cognome ufficiali.
Sul registro di classe c'è ad esempio scritto Michele Rossi mica
Svetlana Rossi, così come su tutti i suoi documenti, compresa la carta
d'identità.
  Solo a scuola bisogna accettare che si chiami e si firmi Svetlana
anche sui compiti in classe prima ancora che sia disposto il cambio
nome all'anagrafe? E se sì, in base a quale norma giuridica?
non so, ma penserei che ciò fosse di competenza della segreteria e del
dirigente. Perché il problema riguarda noi ?
Perché i docenti sono pubblici ufficiali nel momento in cui svolgono le
loro funzioni e quindi hanno il dovere di seguire le norme vigenti.
Perché non dovrebbe riguardarti?
--
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MarioCPPP
2023-01-09 17:41:04 UTC
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Post by Gennaro
Post by MarioCPPP
Post by Gennaro
Post by MarioCPPP
Post by Gennaro
On Sun, 18 Dec 2022 12:06:32 +0100, Gennaro
Post by Gennaro
per coloro che soffrono di disforia di genere
Non è vero. Ti ripeto che la disforia di genere è una
e una sola, è
una malattia e viene o non viene diagnosticata.
 >
Non è vero, cosa?
Non spetta alla scuola decidere se un ragazzo soffra di
disforia di genere o no. Di solito arriva una richiesta
ad opera di qualche psicologo/psichiatra o affine che
chiede di attivare questa carriera alias, dato che il
ragazzo sta cominciando o ha cominciato un certo
percorso terapeutico di transizione. Poi sta alla
scuola decidere.
Se non ho capito male, questa possibilità sarà presto
eliminata.
a me cmq continua a sfuggire in che misura debba
fregarcene alcunché. Non sono cose della sua sfera
privata in cui non dobbiamo, forse possiamo, sicuramente
NON VOGLIAMO entrare ?
Cambiamo qualche pronome o usiamo Hey e tiriamo innanzi
... boh
Eh, non è proprio così. Non è questione di pronome, ma ad
esempio di nome e cognome ufficiali.
Sul registro di classe c'è ad esempio scritto Michele
Rossi mica Svetlana Rossi, così come su tutti i suoi
documenti, compresa la carta d'identità.
  Solo a scuola bisogna accettare che si chiami e si
firmi Svetlana anche sui compiti in classe prima ancora
che sia disposto il cambio nome all'anagrafe? E se sì, in
base a quale norma giuridica?
non so, ma penserei che ciò fosse di competenza della
segreteria e del dirigente. Perché il problema riguarda noi ?
Perché i docenti sono pubblici ufficiali nel momento in cui
svolgono le loro funzioni e quindi hanno il dovere di
seguire le norme vigenti.
Perché non dovrebbe riguardarti?
mi pare generico dire che siamo pubblici ufficiali, in
quanto un pubblico ufficiale ha anche un suo mansionario
delimitato, e non mi risulta avere quelli di "autenticare
un'identità".
Quando si iscrivono, i documenti di identità li presentano
lì, mica a me. Non sta a me valutare la veridicità e
probabilmente manco la congruenza, in particolare ORA che,
col registro elettronico, l'inserimento dei nominativi lì
non spetta materialmente a me.

Mi è capitato di vedere un nome cambiare da tizia a caio in
corso d'anno. La faccia è rimasta la stessa (per ora), e me
ne sono fatto semplicemente una ragione. Cioè boh,
m'interessa proprio zero.

Hanno pure richiesto pure irati colloqui perché tendo a
sbagliare pronomi in modo totalmente non intenzionale, e
pure allora me la sono fatta scorrere addosso, perché non mi
appassiona niente tutta sta manfrina.
--
1) Resistere, resistere, resistere.
2) Se tutti pagano le tasse, le tasse le pagano t
Gennaro
2023-01-09 18:35:39 UTC
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Post by MarioCPPP
Post by Gennaro
Perché i docenti sono pubblici ufficiali nel momento in cui svolgono
le loro funzioni e quindi hanno il dovere di seguire le norme vigenti.
Perché non dovrebbe riguardarti?
mi pare generico dire che siamo pubblici ufficiali,
Generico?
Lo dice anche la cassazione e non solo quando si fa lezione.
https://www.disal.it/Objects/Pagina.asp?ID=19144
Post by MarioCPPP
in quanto un
pubblico ufficiale ha anche un suo mansionario delimitato,
e non mi
risulta avere quelli di "autenticare un'identità".
Prova a dare un documento falso a qualcuno che ha titolo a chiedertelo
(dagli agenti di pubblica sicurezza al controllore dei mezzi pubblici)...
Quando i ragazzi ti consegnano i compiti in classe ci devono mettere i
loro nomi e cognomi ufficiali, mica quelli di fantasia.
Post by MarioCPPP
Mi è capitato di vedere un nome cambiare da tizia a caio in corso
d'anno.
Se l'hanno cambiato un motivo ci sarà e quel nome è quello che va usato.
Ma se non l'hanno cambiato...
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Giorgio Pastore
2023-01-09 12:42:35 UTC
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Il 08/01/23 20:04, Gennaro ha scritto:
...
Post by Gennaro
Eh, non è proprio così. Non è questione di pronome, ma ad esempio di
nome e cognome ufficiali.
Sul registro di classe c'è ad esempio scritto Michele Rossi mica
Svetlana Rossi, così come su tutti i suoi documenti,  compresa la carta
d'identità.
 Solo a scuola bisogna accettare che si chiami e si firmi Svetlana
anche sui compiti in classe prima ancora che sia disposto il cambio nome
all'anagrafe? E se sì, in base a quale norma giuridica?
Posizione un po' da burocrate. Nella vita reale alias (o pseudonimi)
esistono da secoli:
François-Marie Arouet (detto Voltaire)
Giacinto Pannella (detto Marco)
Aron Hector Schmitz (detto Italo Svevo)

Per non parlare dei nickname qui su Internet :-) Quindi, non "solo a
scuola".

Giorgio
Gennaro
2023-01-09 16:46:47 UTC
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Post by Giorgio Pastore
...
Post by Gennaro
Eh, non è proprio così. Non è questione di pronome, ma ad esempio di
nome e cognome ufficiali.
Sul registro di classe c'è ad esempio scritto Michele Rossi mica
Svetlana Rossi, così come su tutti i suoi documenti,  compresa la
carta d'identità.
  Solo a scuola bisogna accettare che si chiami e si firmi Svetlana
anche sui compiti in classe prima ancora che sia disposto il cambio
nome all'anagrafe? E se sì, in base a quale norma giuridica?
Posizione un po' da burocrate.
Perché a scuola i docenti sono anche burocrati, visto che nel momento in
cui svolgono il loro lavoro sono pubblici ufficiali. Oppure pensi che
siano dei puri intrattenitori?
--
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Giorgio Pastore
2023-01-10 00:33:57 UTC
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... a scuola i docenti sono anche burocrati, visto che nel momento in
cui svolgono il loro lavoro sono pubblici ufficiali. Oppure pensi che
siano dei puri intrattenitori?
Gli intrattenitori non c'entrano niente con questo discorso.
Burocrate non coincide con pubblico ufficiale. Il primo è un appellativo
non particolarmente elogiativo dato a chi si aggrappa alle regole
dell'ufficio come surrogato delle norme e di un'applicazione
responsabile delle stesse.

Non tutti i pubblici ufficiali hanno gli stessi compiti e norme.

Tutta questa storia sugli alias suona un po' esagerata. Forse che nella
vita reale non si usano pseudonimi da secoli? O dobbiamo parlare del
contributo di François-Marie Arouet all' illuminismo invece che di
Voltaire? E, venendo a tempi più recenti, Quanti giornalisti
intervistarono a suo tempo Giacinto Pannella invece di Marco Pannella?

L'unico vincolo pratico che mi sembra doveroso porre è che l'alias sia
definito pubblicamente una volta per tutte a livello ufficiale. Questo
garantisce la corrispondenza con la specifica persona iscritta alla
scuola. Peraltro faccio anche notare che non è che senza alias il
docente stia a chiedere i documenti ogni giorno (e in realtà non lo fa
mai). Quindi la questione dell' identità non pone problemi sostanziali.
Solo burocratici ai burocrati :-)


Giorgio
Gennaro
2023-01-10 16:10:56 UTC
Permalink
Post by Giorgio Pastore
... a scuola i docenti sono anche burocrati, visto che nel momento in
cui svolgono il loro lavoro sono pubblici ufficiali. Oppure pensi che
siano dei puri intrattenitori?
Gli intrattenitori non c'entrano niente con questo discorso.
Burocrate non coincide con pubblico ufficiale.
L'unico vincolo pratico che mi sembra doveroso porre è che l'alias sia
definito pubblicamente una volta per tutte a livello ufficiale.
Appunto e l'ufficialità la dà l'ufficio anagrafe, cioè lo Stato dopo una
sentenza di un giudice che attesti e disponga il cambio di nome.
Altrimenti qualcuno potrebbe pretendere di farsi chiamare in maniera
diversa pure ogni giorno e firmare pure come vuole.
Per la legge se si firma in maniera diversa è reato.
A scuola dovrebbero vigere leggi diverse?
--
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Giorgio Pastore
2023-01-10 17:37:15 UTC
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Post by Gennaro
Post by Giorgio Pastore
... a scuola i docenti sono anche burocrati, visto che nel momento in
cui svolgono il loro lavoro sono pubblici ufficiali. Oppure pensi che
siano dei puri intrattenitori?
Gli intrattenitori non c'entrano niente con questo discorso.
Burocrate non coincide con pubblico ufficiale.
L'unico vincolo pratico che mi sembra doveroso porre è che l'alias sia
definito pubblicamente una volta per tutte a livello ufficiale.
Appunto e l'ufficialità la dà l'ufficio anagrafe, cioè lo Stato dopo una
sentenza di un giudice che attesti e disponga il cambio di nome.
Altrimenti qualcuno potrebbe pretendere di farsi chiamare in maniera
diversa pure ogni giorno e firmare pure come vuole.
Per la legge se si firma in maniera diversa è reato.
A scuola dovrebbero vigere leggi diverse?
Ti ho già fatto esempi di uso di pseudonimi.
Sono "registrati" solo per certe situazioni particolari (p.es. nel caso
di presentazione ad elezioni). Un nome de plume non viene registrato da
nessuna parte. Ma l'editore sa bene a chi corrisponde.

Quindi se la scuola ufficializza per il proprio funzionamento interno la
corrispondenza, questo basta per la vita di ogni giorno. Quando la
scuola sarà richiesta di fornire una certificazione all'esterno
ovviamente darà quella ufficiale secondo anagrafe. Ma per appelli,
interrogazioni e compiti non vedo problemi a usare un alias.

A meno che la questione burocratica non sia il pretesto per fare
polemica di altro tipo nascondendosi dietro fantomatiche norme. Ma
allora meglio dirlo invece di nascondersi dietro il dito della burocrazia.

Giorgio
Gennaro
2023-01-10 20:54:50 UTC
Permalink
Post by Giorgio Pastore
Quindi se la scuola ufficializza per il proprio funzionamento interno la
corrispondenza, questo basta per la vita di ogni giorno. Quando la
scuola sarà richiesta di fornire una certificazione all'esterno
ovviamente darà quella ufficiale secondo anagrafe. Ma per appelli,
interrogazioni e compiti non vedo problemi a usare un alias.
Ma perché la scuola che è un'istituzione pubblica dovrebbe fare questo?
Per far contento chi?
Post by Giorgio Pastore
A meno che la questione burocratica non sia il pretesto per fare
polemica di altro tipo nascondendosi dietro fantomatiche norme. Ma
allora meglio dirlo invece di nascondersi dietro il dito della burocrazia.
Giorgio
Non hai capito, allora. Anche la scuola è un'istituzione pubblica come
tante altre e anch'essa deve obbedire a norme e regole precise nel suo
funzionamento interno ed esterno.
Mi dici perché a scuola si dovrebbero usare alias, pseudonimi, nickname
e cazzate varie nei suoi documenti, mentre l'inps, l'agenzia delle
entrate e via cantando no?
V
--
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Giorgio Pastore
2023-01-20 18:14:17 UTC
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Il 10/01/23 21:54, Gennaro ha scritto:
....
Post by Gennaro
Non hai capito, allora. Anche la scuola è un'istituzione pubblica come
tante altre e anch'essa deve obbedire a norme e regole precise nel suo
funzionamento interno ed esterno.
Mi dici perché a scuola si dovrebbero usare alias, pseudonimi, nickname
e cazzate varie nei suoi documenti, mentre l'inps, l'agenzia delle
entrate e via cantando no?
Forse perché gli obiettivi della scuola sono un po' diversi da quelli di
INPS e AgEnt ? Forse perché il tipo di rapporto con gli studenti è
lievemente diverso? Forse perché l'età degli studenti non è la stessa
dei cittadini con cui si relazionano vari agenzie ed enti?

Ma non credo che serva discutere oltre, visto che il tuo punto di
partenza e di arrivo è che alias etc sono cazzate varie. Non sarà una
discussione sul NG che ti farà cambiare idea e non ci provo neanche.

Giorgio
Gennaro
2023-01-20 19:46:49 UTC
Permalink
Post by Giorgio Pastore
....
Post by Gennaro
Non hai capito, allora. Anche la scuola è un'istituzione pubblica come
tante altre e anch'essa deve obbedire a norme e regole precise nel suo
funzionamento interno ed esterno.
Mi dici perché a scuola si dovrebbero usare alias, pseudonimi,
nickname e cazzate varie nei suoi documenti, mentre l'inps, l'agenzia
delle entrate e via cantando no?
Forse perché gli obiettivi della scuola sono un po' diversi da quelli di
INPS e AgEnt ? Forse perché il tipo di rapporto con gli  studenti è
lievemente diverso? Forse perché l'età degli studenti non è la stessa
dei cittadini con cui si relazionano vari agenzie ed enti?
Ma non credo che serva discutere oltre, visto che il tuo punto di
partenza e di arrivo è che alias etc sono cazzate varie. Non sarà una
discussione sul NG che ti farà cambiare idea e non ci provo neanche.
Condivido la perplessità. Convincere che la scuola debba creare
cittadini del futuro che poi dovranno avere rapporti con INPS, Agenzia
delle entrate ed istituzioni varie ho capito che sarebbe tempo perso.
posi
2023-01-21 21:53:16 UTC
Permalink
Post by Giorgio Pastore
Ma non credo che serva discutere oltre, visto che il tuo punto di
partenza e di arrivo è che alias etc sono cazzate varie. Non sarà una
discussione sul NG che ti farà cambiare idea e non ci provo neanche.
Rispondo a te, ma la domanda è rivolta anche a Gennaro, che ha espresso
lo stesso tuo pensiero. Ma veramente l'unico motivo per cui tu scrivi
sul gruppo e portati avanti una discussione è per convincere l'altro?

Mi sembra una motivazione piuttosto strana. Sarà che a me, che non sono
un politico né un venditore, di convincere il prossimo non me ne può
fregare di meno. Non ho niente da guadagnarci.

Viceversa, ho molto da guadagnarci a cambiare idea *io*, qualora sia in
errore. Quindi ben venga chi vuole farmi cambiare idea. Sono spinto ad
abbandonare una discussione non quando l'altro è ottuso, ma quando si
rifiuta di spiegarmi le sue ragioni.

Riguardo alla burocrazia, non credo che esistano affatto persone che si
aggrappano alle regole. E' ovvio che, se dipendesse da noi, tutti
preferiremmo agire in base al nostro buon senso e seguendo norme da
interpretare in maniera più elastica possibile. Il problema, soprattutto
se ciò accade nella pubblica amministrazione, è che c'è qualcuno che ne
abusa e si dà luogo a favoritismi, raccomandazioni, ingiustizie,
disparità di trattamento, e a volte anche corruzione. Se la legislazione
impone regole dettagliate fatte col preciso intento di ridurre al minimo
l'arbitrarietà del scelte è per cercare di arginare questi fenomeni, non
certo per il gusto sadico di rendere la vita difficile al lavoratore.
Eppure gran parte delle persone, anche di quelle oneste, manifesta una
palese insofferenza verso queste regole, che sono esattamente ciò che
viene comunemente chiamato "burocrazia".
Giorgio Pastore
2023-01-22 09:48:59 UTC
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Post by posi
Post by Giorgio Pastore
Ma non credo che serva discutere oltre, visto che il tuo punto di
partenza e di arrivo è che alias etc sono cazzate varie. Non sarà una
discussione sul NG che ti farà cambiare idea e non ci provo neanche.
Rispondo a te, ma la domanda è rivolta anche a Gennaro, che ha espresso
lo stesso tuo pensiero. Ma veramente l'unico motivo per cui tu scrivi
sul gruppo e portati avanti una discussione è per convincere l'altro?
Assolutamente no. Non ho così tanto tempo da poterlo utilizzare per
convincere sconosciuti di alcunché. Men che meno se non me ne viene nulla.
Post by posi
Mi sembra una motivazione piuttosto strana. Sarà che a me, che non sono
un politico né un venditore, di convincere il prossimo non me ne può
fregare di meno. Non ho niente da guadagnarci.
Appunto. Neanch'io.
Post by posi
Viceversa, ho molto da guadagnarci a cambiare idea *io*, qualora sia in
errore. Quindi ben venga chi vuole farmi cambiare idea. Sono spinto ad
abbandonare una discussione non quando l'altro è ottuso, ma quando si
rifiuta di spiegarmi le sue ragioni.
E io l'abbandono quando ritengo che le "ragioni" espresse per una
posizione non hanno un fondamento razionale. Nota bene il "ritengo". Con
tutti i limiti del caso di cui sono completamente cosciente.
Post by posi
Riguardo alla burocrazia, non credo che esistano affatto persone che si
aggrappano alle regole. E' ovvio che, se dipendesse da noi, tutti
preferiremmo agire in base al nostro buon senso e seguendo norme da
interpretare in maniera più elastica possibile. Il problema, soprattutto
se ciò accade nella pubblica amministrazione, è che c'è qualcuno che ne
abusa e si dà luogo a favoritismi, raccomandazioni, ingiustizie,
Personalmente vedo due problemi completamente diversi. Non penso
minimamente che le regole non servano o non ci debbano essere. Ma hanno
una giustificazione nel fine per cui sono state create. E' la
distinzione tra lettera e spirito di una norma. Spesso lettera e spirito
vanno insieme. Ma esistono situazioni in cui ci si attacca alla lettera
della norma per vanificarne lo spirito. Questo è il caso dell'alibi
burocratico.

Se uno osserva che ci sono norme sulle generalità da utilizzare in certe
procedure burocratiche, p.es. se richieste da un agente di polizia, per
estenderne l'applicazione inderogabile anche alla vita quotidiana in
ambito scolastico, non posso non rilevare che si sta appellando ad una
norma il cui scopo è di avere certezza sull'identità personale, in un
contesto in qui questa non è in discussione. Il che fa venire il
ragionevole dubbio che il vero problema non sia né l'identificazione
dello studente né la norma ma il fatto che non si accetta una possibile
non immutabilità della collocazione di genere di una persona. Allora ,
qualsiasi sia la posizione personale sull' argomento, parliamo di quello
e non di "regole". Se poi l'argomento disturba troppo, non sarò io a
forzare gli altri a parlarne. Ma non nascondiamoci dietro le regole.

Tutto qui.

Giorgio
posi
2023-01-23 02:18:11 UTC
Permalink
Post by Giorgio Pastore
Post by posi
Post by Giorgio Pastore
Ma non credo che serva discutere oltre, visto che il tuo punto di
partenza e di arrivo è che alias etc sono cazzate varie. Non sarà una
discussione sul NG che ti farà cambiare idea e non ci provo neanche.
Rispondo a te, ma la domanda è rivolta anche a Gennaro, che ha
espresso lo stesso tuo pensiero. Ma veramente l'unico motivo per cui
tu scrivi sul gruppo e portati avanti una discussione è per convincere
l'altro?
Assolutamente no. Non ho così tanto tempo da poterlo utilizzare per
convincere sconosciuti di alcunché. Men che meno se non me ne viene nulla.
Post by posi
Mi sembra una motivazione piuttosto strana. Sarà che a me, che non
sono un politico né un venditore, di convincere il prossimo non me ne
può fregare di meno. Non ho niente da guadagnarci.
Appunto.  Neanch'io.
Post by posi
Viceversa, ho molto da guadagnarci a cambiare idea *io*, qualora sia
in errore. Quindi ben venga chi vuole farmi cambiare idea. Sono spinto
ad abbandonare una discussione non quando l'altro è ottuso, ma quando
si rifiuta di spiegarmi le sue ragioni.
E io l'abbandono quando ritengo che le "ragioni" espresse per una
posizione non hanno un fondamento razionale. Nota bene il "ritengo". Con
tutti i limiti del caso di cui sono completamente cosciente.
Allora ho fatto bene a spingerti a chiarire, perché da come avevi
scritto sembrava che fosse l'impossibilità di far cambiare idea a
convincerti che non servisse discutere oltre.
Post by Giorgio Pastore
Post by posi
Riguardo alla burocrazia, non credo che esistano affatto persone che
si aggrappano alle regole. E' ovvio che, se dipendesse da noi, tutti
preferiremmo agire in base al nostro buon senso e seguendo norme da
interpretare in maniera più elastica possibile. Il problema,
soprattutto se ciò accade nella pubblica amministrazione, è che c'è
qualcuno che ne abusa e si dà luogo a favoritismi, raccomandazioni,
ingiustizie,
Personalmente vedo due problemi completamente diversi. Non penso
minimamente che le regole non servano o non ci debbano essere. Ma hanno
una giustificazione nel fine per cui sono state create. E' la
distinzione tra lettera e spirito di una norma. Spesso lettera e spirito
vanno insieme. Ma esistono situazioni in cui ci si attacca alla lettera
della norma per vanificarne lo spirito. Questo è il caso dell'alibi
burocratico.
Che le regole in generale siano importanti, sono in pochi a metterlo in
dubbio. Ma qui non parliamo di regole qualsiasi: quando si parla di
burocrazia, ci si riferisce ad un certo insieme di regole che riguardano
certificazioni, attestati, timbri, protocolli fatti proprio per essere
eseguiti minuziosamente, alla lettera.

Se la regola dice che una domanda va fatta in carda bollata e non in
carta semplice, c'è poco da discutere su quale sia il suo spirito.
Stiamo parlando di regole che a volte apparentemente sembrano andare
contro il buon senso. Del cittadino che, dopo la fila all'ennesimo
sportello, risponde esasperato "lo vede che sono vivo qui davanti a lei
e le sto parlando: a cosa le serve che le porti il certificato di
esistenza in vita?", come se l'intero e complesso apparato
amministrativo fosse impersonato dal quel povero passacarte dietro allo
sportello che prende spregiativamente il nome di "burocrate".
Post by Giorgio Pastore
Se uno osserva che ci sono norme sulle generalità da utilizzare in certe
procedure burocratiche, p.es. se richieste da un agente di polizia,
Ma guarda che nessuno chiama "burocrazia" le richieste di un agente di
polizia.

La burocrazia è quella del professore che chiede il libretto
universitario allo studente prima verbalizzare l'esame.

Ma, se non lo facesse, chiunque si farebbe fare l'esame di diritto dal
cugino avvocato.

per
Post by Giorgio Pastore
estenderne l'applicazione inderogabile anche alla vita quotidiana in
ambito scolastico, non posso non rilevare che si sta appellando ad una
norma il cui scopo è di avere certezza sull'identità personale, in un
contesto in qui questa non è in discussione.
Come tu stesso hai già fatto notare, i soprannomi esistono da sempre e
negli ambiti più disparati. Io stesso in questo momento sto scrivendo in
questo gruppo facendo uso di un soprannome.

Ma i contesti in cui si usano i soprannomi sono quelli in cui si vuole
essere considerati per ciò che si dice o si scrive, non per chi si è.
Questa è l'essenza del soprannome.

Viceversa, quando si è parte attiva in una società in quanto cittadino,
e si stanno assolvendo i propri doveri o usufruendo dei propri diritti,
allora l'identità diventa importante: se ti presenti dal notaio per
acquisire il patrimonio di cui hai diritto, è perché sei l'erede, non
perché hai detto cose belle e simpatiche. E' questo il motivo per cui il
notaio ti chiede il documento e io no. Lo stesso vale quando vai a
votare e presenti la tessera elettorale.

La scuola è per molti la prima occasione di partecipazione alla società.

E lo si fa come cittadini che esercitano il loro diritto allo studio,
non come utenti che fanno un video su tik tok.

Il che fa venire il
Post by Giorgio Pastore
ragionevole dubbio che il vero problema non sia né l'identificazione
dello studente né la norma ma il fatto che non si accetta una possibile
non immutabilità della collocazione di genere di una persona. Allora ,
qualsiasi sia la posizione personale sull' argomento, parliamo di quello
e non di "regole". Se poi l'argomento disturba troppo, non sarò io a
forzare gli altri a parlarne. Ma non nascondiamoci dietro le regole.
Al di là del fatto che è un argomento decisamente fuori tema in questo
gruppo, e quindi sarebbe auspicabile non dilungarcisi troppo, non so
quale sia la posizione di Gennaro, ma ti posso dire tranquillamente la
mia: secondo me il sesso propriamente detto, nella specie umana, è
immutabile. La cosiddetta "collocazione di genere", invece, altro non è
un insieme di stereotipi allo stato puro. Quindi questa sì, è mutevole,
ma talmente mutevole, vaga e indefinibile che la stessa distinzione tra
"cisgender" e "transgender" è priva di senso. Se proprio dobbiamo dare
delle etichette, possiamo benissimo concludere che siamo tutti
genderfluid non binary e buona notte.

Ma ammesso che qualcuno non lo sia, spiegami che cosa caspita glie ne
dovrebbe fregare al professore, o al notaio o al fruttivendolo.
Giorgio Pastore
2023-01-23 10:28:30 UTC
Permalink
Il 23/01/23 03:18, posi ha scritto:
....
Post by posi
Che le regole in generale siano importanti, sono in pochi a metterlo in
dubbio. Ma qui non parliamo di regole qualsiasi: quando si parla di
burocrazia, ci si riferisce ad un certo insieme di regole che riguardano
certificazioni, attestati, timbri, protocolli fatti proprio per essere
eseguiti minuziosamente, alla lettera.
Se la regola dice che una domanda va fatta in carda bollata e non in
carta semplice, c'è poco da discutere su quale sia il suo spirito.
Stiamo parlando di regole che a volte apparentemente sembrano andare
contro il buon senso. Del cittadino che, dopo la fila all'ennesimo
sportello, risponde esasperato "lo vede che sono vivo qui davanti a lei
e le sto parlando: a cosa le serve che le porti il certificato di
esistenza in vita?", come se l'intero e complesso apparato
amministrativo fosse impersonato dal quel povero passacarte dietro allo
sportello che prende spregiativamente il nome di "burocrate".
Post by Giorgio Pastore
Se uno osserva che ci sono norme sulle generalità da utilizzare in
certe procedure burocratiche, p.es. se richieste da un agente di polizia,
Ma guarda che nessuno chiama "burocrazia" le richieste di un agente di
polizia.
La burocrazia è quella del professore che chiede il libretto
universitario allo studente prima verbalizzare l'esame.
Ma, se non lo facesse, chiunque si farebbe fare l'esame di diritto dal
cugino avvocato.
Stai scrivendo cose corrette ma stai appiattendo tutto sulla questione
burocratica. Mentre l'azione di verifica dell'identità può essere tutta
l'azione (caso dell'identificazione da parte di un agenete di polizia) o
una parte importante (caso della verifica dell' identità in un cocorso o
un esame in cui il candidato sia ignoto a tutti i membri della
commissione), nel caso in questione, rilevante in questo NG, la parte
burocratica è stata già espletata i) al livello di iscrizione e ii) al
momento in cui sia stata registrata una decisione ufficiale della scuola
di accettare la corrispondenza tra le generalità anagrafiche e l'alias.
Pretendere che non sia possibile farlo invocando l'analogia con la
declinazione delle generalità ad un agente di polizia è senza una base
razionale.

....
Post by posi
Ma i contesti in cui si usano i soprannomi sono quelli in cui si vuole
essere considerati per ciò che si dice o si scrive, non per chi si è.
Questa è l'essenza del soprannome.
Anche dei diminutivi. Hai da obiettare all' uso dei diminutivi nel caso
della scuola di infanzia? E risalire dal diminutivo alle generalità
anagrafiche può essere impossibile (come si chiama veramente la bambina
Lina?).
Post by posi
Viceversa, quando si è parte attiva in una società in quanto cittadino,
e si stanno assolvendo i propri doveri o usufruendo dei propri diritti,
allora l'identità diventa importante: se ti presenti dal notaio per
acquisire il patrimonio di cui hai diritto, è perché sei l'erede, non
perché hai detto cose belle e simpatiche. E' questo il motivo per cui il
notaio ti chiede il documento e io no. Lo stesso vale quando vai a
votare e presenti la tessera elettorale.
La scuola è per molti la prima occasione di partecipazione alla società.
Quindi stai sostenendo che la vita sociale è fatta solo da fiirme di
contratti ed aaltri passi formali? Visione un po' appiattente se
riferita allaa vita scolastica. Ma non mi meraviglio della posizione. In
altre epoche la cuola era equiparata ad una caserma. Evidentemente
quell' impostazione ha lasciato il segno.
Post by posi
E lo si fa come cittadini che esercitano il loro diritto allo studio,
non come utenti che fanno un video su tik tok.
Va bene, buttiamola in caciara con tik tok.
Post by posi
 Il che fa venire il
Post by Giorgio Pastore
ragionevole dubbio che il vero problema non sia né l'identificazione
dello studente né la norma ma il fatto che non si accetta una
possibile non immutabilità della collocazione di genere di una
persona. Allora , qualsiasi sia la posizione personale sull'
argomento, parliamo di quello e non di "regole". Se poi l'argomento
disturba troppo, non sarò io a forzare gli altri a parlarne. Ma non
nascondiamoci dietro le regole.
Al di là del fatto che è un argomento decisamente fuori tema in questo
gruppo, e quindi sarebbe auspicabile non dilungarcisi troppo,
Io invece sono convinto che è proprio questo argomento che non si
preferisce non discutere la vera base della pseudogiustificazione
burocratica.
Post by posi
non so
quale sia la posizione di Gennaro, ma ti posso dire tranquillamente la
mia: secondo me il sesso propriamente detto, nella specie umana, è
immutabile. La cosiddetta "collocazione di genere", invece, altro non è
un insieme di stereotipi allo stato puro. Quindi questa sì, è mutevole,
ma talmente mutevole, vaga e indefinibile che la stessa distinzione tra
"cisgender" e "transgender" è priva di senso. Se proprio dobbiamo dare
delle etichette, possiamo benissimo concludere che siamo tutti
genderfluid non binary e buona notte.
Ma ammesso che qualcuno non lo sia, spiegami che cosa caspita glie ne
dovrebbe fregare al professore, o al notaio o al fruttivendolo.
Anche il color dei capelli è un fenotipo ben determinato (e peraltro
riportato nella carta di identità). Posto che ci sia stata
un'identificazione della persone, che gliene frega al professore o al
notaio o al fruttivendolo se uno coi capelli neri si sente più a suo
agio tagliandoli a zero o colorandoli di biondo, fucsia o altro? E
infatti nessun contratto è stato mai annullato per difformità del colore
dei capelli. La collocazione di genere non è molto diversa. Ma siccome
va a toccare una sfera sensibile per molti, suscita maggiori reazioni.
E prima che mi fai l'obiezione ovvia, stiamo parlando di qualcosa che
non si fa con la stessa facilità del colorarsi i capelli ma che passa
per procedure ufficiali codificate (e burocratizzate).

Per chiarire fino in fondo il mio pensiero, io non ho elementi per
sostenere che le carriere alias siano o no una cosa buona. Però trovo
scorretto che qualcosa che dove è stata implementata è passata per un
analisi delle molte sfaccettature del problema per quanto riguarda le
finalità della scuola, sia banalizzata ad un "occorre osservare le
regole". Frase apparentemente oggettiva ma realmente ipocrita.

Quindi, se tu o Gennaro avete argomenti "contro", basati su motivi
psico-pedagogici, sono disposto ad analizzarli, discutere e anche
modificare il mio punto di vista. Se le motivazion sono di altro tipo,
prendo atto della differenza di punti di vista e li rispetto, ma non
posso accettare che siano vendute come verità assolute.

Giorgio
posi
2023-01-23 13:53:16 UTC
Permalink
Post by Giorgio Pastore
....
Post by posi
Che le regole in generale siano importanti, sono in pochi a metterlo
in dubbio. Ma qui non parliamo di regole qualsiasi: quando si parla di
burocrazia, ci si riferisce ad un certo insieme di regole che
riguardano certificazioni, attestati, timbri, protocolli fatti proprio
per essere eseguiti minuziosamente, alla lettera.
Se la regola dice che una domanda va fatta in carda bollata e non in
carta semplice, c'è poco da discutere su quale sia il suo spirito.
Stiamo parlando di regole che a volte apparentemente sembrano andare
contro il buon senso. Del cittadino che, dopo la fila all'ennesimo
sportello, risponde esasperato "lo vede che sono vivo qui davanti a
lei e le sto parlando: a cosa le serve che le porti il certificato di
esistenza in vita?", come se l'intero e complesso apparato
amministrativo fosse impersonato dal quel povero passacarte dietro
allo sportello che prende spregiativamente il nome di "burocrate".
Post by Giorgio Pastore
Se uno osserva che ci sono norme sulle generalità da utilizzare in
certe procedure burocratiche, p.es. se richieste da un agente di polizia,
Ma guarda che nessuno chiama "burocrazia" le richieste di un agente di
polizia.
La burocrazia è quella del professore che chiede il libretto
universitario allo studente prima verbalizzare l'esame.
Ma, se non lo facesse, chiunque si farebbe fare l'esame di diritto dal
cugino avvocato.
Stai scrivendo cose corrette ma stai appiattendo tutto sulla questione
burocratica.
Non è che io stia appiattendo tutto sulla questione burocratica, sei tu
che vedi la burocrazia come un dente doloroso da togliere il prima
possibile e non pensarci più, mentre io cerco di mostrarti che, piaccia
o no, la burocrazia è parte integrante del nostro vivere in società ed è
necessario imparare ad accettarla come componente della quotidianità.

Mentre l'azione di verifica dell'identità può essere tutta
Post by Giorgio Pastore
l'azione (caso dell'identificazione da parte di un agenete di polizia) o
una parte importante (caso della verifica dell' identità in un cocorso o
un esame in cui il candidato sia ignoto a tutti i membri della
commissione), nel caso in questione, rilevante in questo NG, la parte
burocratica è stata già espletata i) al livello di iscrizione e ii) al
momento in cui sia stata registrata una decisione ufficiale della scuola
di accettare la corrispondenza tra le generalità anagrafiche e l'alias.
Ti piacerebbe...

Io ho fatto l'esempio del professore universitario, ma non è che col
professore scolastico cambi moltissimo. L'unica cosa che cambia è che è
molto meno probabile che l'alunno voglia falsificare l'identità.

Quando ti trovi con due o tre classi nuove, non ci credo che fin dal
primo giorno sei in grado di riconoscere tutti gli studenti e capire se
quando fai l'appello sta rispondendo realmente la persona che chiami.

Posso credere, questo sì, che comunque tu non chieda documenti. Ma non
perché non ce ne sia bisogno. Non li chiedi perché farlo sarebbe
scomodo, lungo, e alla fine chi se ne importa: scegli di fidarti e te ne
assumi la responsabilità. Così come, non di rado, il professore
universitario verbalizza senza guardare il libretto.

Alla fine, di solito, tutto funziona regolarmente anche se i controlli
"burocratici" sull'identità non si fanno. Ma funziona perché,
potenzialmente, quei controlli potrebbero essere fatti. Il solo rischio
di essere scoperti e subire conseguenze penali permette di dissuadere
eventuali truffatori.

Ma nel momento in cui tu vai a togliere quella possibilità, anche solo
teorica, nel momento in cui basta dire "sono transgender" per esimersi
dal dover mostrare la propria vera identità, si crea un problema.
Post by Giorgio Pastore
Pretendere che non sia possibile farlo invocando l'analogia con la
declinazione delle generalità ad un agente di polizia è senza una base
razionale.
La base razionale c'è.

Semmai potrai obiettare che, di fatto, è decisamente improbabile che
furti di identità avvengano in età scolastica. Ma quello è un altro
discorso.
Post by Giorgio Pastore
....
Post by posi
Ma i contesti in cui si usano i soprannomi sono quelli in cui si vuole
essere considerati per ciò che si dice o si scrive, non per chi si è.
Questa è l'essenza del soprannome.
Anche dei diminutivi. Hai da obiettare all' uso dei diminutivi nel caso
della scuola di infanzia? E risalire dal diminutivo alle generalità
anagrafiche può essere impossibile (come si chiama veramente la bambina
Lina?).
La scuola dell'infanzia non è un diritto-dovere.

E' la scuola dell'obbligo che segna il vero ingresso del bambino nel
mondo della società, e non di rado è proprio in questa occasione che la
stessa Lina viene a sapere qual è il suo vero nome.

Dopo di che, la maestra, se vuole, la potrà continuare comunque a
chiamare Lina.

Ma il discorso "non deve interessarti il mio vero nome, tu chiamami xyz"
a scuola semplicemente non è applicabile. Può essere applicabile quando
fai un'ordinazione al bar, o quando prenoti un tavolo al ristorante. Non
a scuola.
Post by Giorgio Pastore
Post by posi
Viceversa, quando si è parte attiva in una società in quanto
cittadino, e si stanno assolvendo i propri doveri o usufruendo dei
propri diritti, allora l'identità diventa importante: se ti presenti
dal notaio per acquisire il patrimonio di cui hai diritto, è perché
sei l'erede, non perché hai detto cose belle e simpatiche. E' questo
il motivo per cui il notaio ti chiede il documento e io no. Lo stesso
vale quando vai a votare e presenti la tessera elettorale.
La scuola è per molti la prima occasione di partecipazione alla società.
Quindi stai sostenendo che la vita sociale è fatta solo da fiirme di
contratti ed aaltri passi formali?
Innanzi tutto non ho affatto detto "solo". Ho detto "anche".

E poi non ho parlato di "vita sociale" ma di "società" cioè di
un'organizzazione strutturata, basata su diritti e doveri.

La vita sociale può essere anche semplicemente uscire con gli amici e
andare al cinema, e in quei contesti puoi farti chiamare come vuoi.

Visione un po' appiattente se
Post by Giorgio Pastore
riferita allaa vita scolastica. Ma non mi meraviglio della posizione. In
altre epoche la cuola era equiparata ad una caserma. Evidentemente
quell' impostazione ha lasciato il segno.
Non è che in quelle epoche ci fosse più burocrazia di quanta ce ne sia
adesso, anzi, semmai è il contrario: molto era lasciato all'arbitrio
dell'insegnante. L'idea che il voto del professore sia insindacabile
(un'idea che la burocrazia attuale, con le sue griglie di valutazione e
"scartoffie" varie, cerca di scardinare), risale proprio a quell'epoca.

Quindi il tuo tentativo di una reductio ad hitlerum è un po' debole.
Post by Giorgio Pastore
Post by posi
non so quale sia la posizione di Gennaro, ma ti posso dire
tranquillamente la mia: secondo me il sesso propriamente detto, nella
specie umana, è immutabile. La cosiddetta "collocazione di genere",
invece, altro non è un insieme di stereotipi allo stato puro. Quindi
questa sì, è mutevole, ma talmente mutevole, vaga e indefinibile che
la stessa distinzione tra "cisgender" e "transgender" è priva di
senso. Se proprio dobbiamo dare delle etichette, possiamo benissimo
concludere che siamo tutti genderfluid non binary e buona notte.
Ma ammesso che qualcuno non lo sia, spiegami che cosa caspita glie ne
dovrebbe fregare al professore, o al notaio o al fruttivendolo.
Anche il color dei capelli è un fenotipo ben determinato (e peraltro
riportato nella carta di identità). Posto che ci sia stata
un'identificazione della persone, che gliene frega al professore  o al
notaio o al fruttivendolo se uno coi capelli neri si sente più a suo
agio tagliandoli a zero o colorandoli di biondo, fucsia o altro?
Dei capelli? Direi assolutamente niente.
E altrettanto vale per la collocazione di genere.

Dell'identità di cittadino, invece, un bel po'. E' questo il punto. Alla
segreteria, tanto quanto alla portineria, che non può certo fare entrare
a scuola chiunque passi per strada, e al professore che non può fare
entrare alunni di altre classi. Ognuno ha la sua fetta di
responsabilità, e se pensi che tutta la questione burocratica
sull'identità sia risolta una volta per tutte dalla segreteria e non
riguarda il professore, ti illudi.

E
Post by Giorgio Pastore
infatti nessun contratto è stato mai annullato per difformità del colore
dei capelli. La collocazione di genere non è molto diversa. Ma siccome
va a toccare una sfera sensibile per molti, suscita maggiori reazioni.
E prima che mi fai l'obiezione ovvia, stiamo parlando di qualcosa che
non si fa con la stessa facilità del colorarsi i capelli ma che passa
per procedure ufficiali codificate (e burocratizzate).
Non so quale sarebbe l'obiezione ovvia a cui ti riferisci, né a cosa ti
riferisci esattamente quando dici di una cosa che si possa fare o non
fare con facilità.

Se parli di operazioni di chirurgia plastica, sono possibili solo dopo i
18 anni.

Comunque non vedo che cosa c'entri la facilità.
Post by Giorgio Pastore
Per chiarire fino in fondo il mio pensiero, io non ho elementi per
sostenere che le carriere alias siano o no una cosa buona. Però trovo
scorretto che qualcosa che dove è stata implementata è passata per un
analisi delle molte sfaccettature del problema per quanto riguarda le
finalità della scuola, sia banalizzata ad un "occorre osservare le
regole". Frase apparentemente oggettiva ma realmente ipocrita.
Rilevare possibili incoerenze con regole che di certo non sono campate
per aria è qualcosa che rientra nell'analisi delle molte sfaccettature
del problema.
Post by Giorgio Pastore
Quindi, se tu o Gennaro avete argomenti "contro", basati su motivi
psico-pedagogici, sono disposto ad analizzarli, discutere e anche
modificare il mio punto di vista. Se le motivazion sono di altro tipo,
prendo atto della differenza di punti di vista e li rispetto, ma non
posso accettare che siano vendute come verità assolute.
I motivi esposti sono di natura "burocratica", e la burocrazia non è
un'opinione, ma, al contrario, serve proprio a sgomberare il campo da
questioni di opinione.

Per quanto mi riguarda, ti posso anche dare, senza alcuna ipocrisia, dei
motivi psico-pedagogici. A mio parere, è fortemente diseducativo
abituare il bambino a confondere l'apparenza e le impressioni personali
con la realtà dei fatti. Non che è mettendoti le ali diventi un'aquila,
né a forza di strisciare per terra diventi un serpente, né facendo una
vaginoplastica diventi una donna, perché essere donna è qualcosa di
molto più complesso e profondo che avere qualcosa che sembri una vagina.

E se sei maschio ma ti piace giocare con le bambole, non vuol dire che
hai un'indole femminile e presto dovrai iniziare un percorso di
transizione di genere, ma vuol dire semplicemente che sei un maschio a
cui piace giocare con le bambole.

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