Discussione:
dove ho sbagliato? la mia prima esperienza nella scuola
(troppo vecchio per rispondere)
GiuseppeDini
2007-02-23 09:45:22 UTC
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Voglio raccontarvi la mia prima esperienza come insegnante per capire
se quello che mi sta capitando è normale.
Sono un ingegnere, frequento il primo anno della SSIS nella classe
A020 e nel frattempo grazie ad una lettera di incarico ho ottenuto un
lavoro in una scuola di una provincia vicina a quella in cui seguo la
SSIS.
A differenza di alcuni miei colleghi ingegneri che considerano
l'impiego come insegnante semplicemente l'opportunità di avere uno
stipendio sicuro, a me contribuire alla formazione dei ragazzi
appassiona.
Ammesso che qualcuno questa passione non me la faccia passare
subito...

Il primo impatto nelle due terze dell'ITIS in cui insegno è stato
quello di persone indisciplinate e poco interessate ad imparare.
Ma questo forse un po' me lo aspettavo.
In una classe ho risolto quasi del tutto i problemi di disciplina
praticamente da subito: dopo qualche giorno con una certa fermezza ho
messo una nota disciplinare ad un ragazzo che dava fastidio e la
classe ha reagito con un silenzio tipico delle situazioni in cui i
ragazzi iniziano a capire che si fa sul serio.
Nella seconda classe le cose sono andate un po' diversamente.
Ho pensato di ripetere l'esperienza dell'altra classe, ma non è
servita a niente, anzi forse ha peggiorato le cose.
La cosa che mi stupisce in questi ragazzi e che non ammettono proprio
mai di avere sbagliato nemmeno quando li cogli con le mani nella
marmellata.
Dimostrano un'immaturità disarmante!
Dopo due o tre note che non hanno sorbito l'effetto desiderato ho
riflettuto per cercare di capire che cosa non funzionasse.
Ho pensato che forse loro non si ritengono responsabili perchè hanno
l'impressione che io peschi nel mucchio il primo che capita con
criteri che non reputano equi.
Ho deciso allora di cambiare sistema: dare una nota alle persone che
venivano precedentemente ammonite. In questo modo ho pensato
"capiranno che chi è stato punito lo merita perchè la nota deriva da
episodi ripetuti".
Ho avvistato alcuni ragazzi che al successivo episodio di indisciplina
sarebbero stati puniti.
Ad uno di essi ad un certo punto si è rotta una penna e nel cercare di
ripararla si alzato senza permesso per raccogliere tutti i pezzi che
praticamente erano finiti vicino alla cattedra.
Gli ho detto di metterla a posto con la mia penna sul registro pronto
a mettergli una nota, ma lui guardandomi con superficialità (e forse
con un atteggiamento di sfida) ha continuato a maneggiare la penna
fino a far saltare nuovamente mille pezzi in tutte le direzioni.
A quel punto gli ho dato la nota.
È successo un pandemonio!
Questo ragazzo ha protestato come se avesse subito la più grande delle
ingiustizie e ad un certo punto ha minacciato che avrebbe protestato
con qualcuno per quello che gli avevo fatto ingiustamente.
A mia volta mi sono arrabbiato molto perchè questa minaccia mi
sembrava paradossale e nella scuola che ho frequentato io (vent'anni
fa) sarebbe stata assurda: l'alunno che minaccia di prendere
provvedimenti nei confronti dell'insegnante.
Nei giorni seguenti ho avuto proprio la sensazione che si sia
lamentato con tutti gli insegnanti con cui ha potuto farlo e forse
anche con la direttrice scolastica.
Quest'ultima mi convoca nel suo ufficio e, senza entrare nel merito di
quell'ultima nota, mi rimprovera per le troppe note che "casualmente"
lei leggeva sul registro.
La colpa era mia perchè non riuscivo a tenere la disciplina in classe
e anche perchè le mie lezioni non erano abbastanza interessanti da
richiamare l'attenzione dei ragazzi.
Mi ha detto di cambiare metodo e di interrogare quelli che davano
fastidio.
Il consiglio probabilmente non era neppure sbagliato, ma in una scuola
che funziona forse la direzione dovrebbe riprendere prima gli alunni e
poi docenti.
Inoltre il messaggio che arrivava ai ragazzi di un docente ripreso
(che loro hanno percepito in qualche modo) non mi aiutava di certo a
migliorare la situazione.
Successivamente durante gli scrutini alcuni insegnanti facevano
osservare che non bisognava tenere conto della nota data a quel
ragazzo "perchè diceva di averla subita ingiustamente".
Evidentemente gran parte della classe aveva protestato per
l'ingiustizia delle mie note durante le ore di colleghi insegnanti.
Inoltre tanti segnali mi inducono a credere che alla mie spalle, senza
che nessuno mi abbia chiesto di raccontare la mia versione, sia
scoppiata una mezza rivoluzione.
In ogni caso la situazione della disciplina in classe è migliorata
dopo quell'episodio. Diciamo che i problemi si sono risolti di un 50%.
Forse perchè si sono spaventati dopo che mi ero arrabbiato dopo le
minacce di quel ragazzo, forse perchè dopo aver protestato con tutti
volevano dimostrare a se stessi di avere ragione, o forse perchè
qualcuno (sempre a mia insaputa) ha fatto loro qualche discorsetto.
La situazione, divenuta più sostenibile, è andata avanti per un po'
così, anche se dentro di me pensavo che volevo risolvere il problema
completamente: cioè volevo riportare il livello di disciplina ad una
situazione paragonabile a quella che dimostrano con i docenti di
ruolo.
Nell'altra classe nel frattempo ho minacciato di mettere una nota a
chi non tornava in aula in tempo dopo la pausa, perchè alcuni
tornavano anche cinque minuti dopo.
Ho risolto subito il problema.
Questo mi ha portato a pensare che forse la soluzione per migliorare
ulteriormente la situazione nella classe più indisciplinata fosse
quella di dare regole chiare e semplici e di punire chiunque non le
rispettasse.
Ho pensato: "se la regola è uguale per tutti e viene applicata sempre
senza eccezioni, nessuno si lamenterà".
Poiché c'erano alcuni che durante le ore di lezione lanciavano oggetti
tra di loro o gettavano carte nel cestino, ho minacciato di punire
chiunque l'avesse fatto.
Nei giorni successivi ho messo due o tre note tra le varie proteste,
ma l'ultimo mi ha minacciato di andare con lui dalla preside per farsi
togliere la nota.
Evidentemente la situazione che si era creata precedentemente nei miei
confronti era peggiore di quanto credessi e il messaggio che la
direzione e gli altri insegnanti avevano in qualche modo comunicato ai
ragazzi era preoccupante, mi aveva tolto ogni autorità in fatto di
procedimenti disciplinari.
Nella scuola che io ricordo e che funzionava se un ragazzo si fosse
permesso di andare dal preside insieme ad un insegnante minimo sarebbe
stato sospeso, ma in questa...
Comunque ho cercato di cambiare discorso per non andare dalla preside
perchè la situazione mi puzzava un po'.
Inoltre nella classe si era creato un clima da ammutinamento, che mi
spiazzava.
Stamattina sono tornato in quella classe dopo alcuni giorni (la scuola
era chiusa lunedì e martedì) ed ero quasi sicuro di essere convocato
dalla direttrice.
Ma per fortuna questo non è successo.
Inoltre, la classe era stranamente disciplinata...
Finita la giornata a scuola nel pomeriggio c'era il collegio dei
docenti.
Quasi da subito la dirigente ha parlato della situazione delle note
disciplinari, ha detto che secondo lei non servono e ha mostrato i
grafici delle note nelle varie classi.
Nel biennio c'era una prima che superava le altre per numero di note,
nel triennio svettava la mia classe più indisciplinata e al secondo
c'era l'altra (ma io non avevo contribuito alle note in quella
classe).
Vedendo quel grafico ho capito subito dove voleva arrivare e perchè
non mi aveva convocato la mattina...
Davanti all'intero collegio di più di cento insegnanti ha detto: "io
conosco la persona che ha messo molte note in questa classe perchè
leggo la firma sul registro" e poi ha aggiunto, secondo me con un
tocco di disprezzo: "quando riesco a decifrarla, la firma".
Vorrei fare un confronto tra le varie firme sul registro e vedere
quante sono più leggibili della mia!
Poi ha continuato: "alcune sono ridicole e meriterebbero di essere
scritte sul giornalino della scuola".
Forse ci sono stati anche altri insulti velati, che per fortuna devo
aver rimosso.
Tra l'altro ad un certo punto mentre alcuni insegnanti chiacchieravano
successivamente, ha guardato nella mia direzione è detto: "capisco che
queste cose non vi interessano, ma vi prego non dare fastidio". Non
credo di essere paranoico, ma mi sembrava proprio che guardasse me!
Mi sembra che ormai mi abbia preso di mira.
Alla fine del collegio ho parlato con il rappresentante sindacale, che
tra l'altro è l'ITP che lavora con me, e gli ho detto che mi aveva
umiliato pubblicamente e volevo sapere se potevo fare qualcosa.
Ha cercato di sdrammatizzare, mi ha messo una mano sulla spalla
scherzando (non mi aveva mai toccato prima): "dai sei giovane, non
pensarci più! Fai passare qualche giorno vedi che ti calmi. Lo fa
anche con altri...".
Ma io che lo faccia con gli altri a quel livello non credo proprio.
Adesso non so cosa fare vorrei reagire, ma cosa posso fare?
Mi conviene mettermela ancora più contro? E poi non ho tempo...

Sono convinto che qualche errore l'ho fatto, perchè io a differenza
della dirigente mi interrogo sui miei errori per non farne più.
Per avere a che fare con adolescenti bisogna adoperare una sottile
psicologia che io conoscevo solo in parte e che sto imparando molto in
fretta (viste le esperienze forti).
Forse se avessi saputo interpretare alcuni segnali che mi comunicavano
i ragazzi le cose sarebbero andate diversamente.
Ma che colpa ne ho se sto iniziando ad insegnare solo adesso? Qualcuno
mi darà la possibilità di impararle queste cose? Inoltre ho iniziato
ad insegnare a dicembre e prima di me c'erano stati altri due
insegnanti. Potete immaginare l'accoglienza.
D'altro canto il comportamento della dirigente scolastica è
vergognoso, secondo me, e lei non ha le mie attenuanti.
Inoltre vedendo tutte quelle note avrebbe dovuto intervenire dalla mia
parte per risolvere il problema che era nell'indisciplina dei ragazzi
non in chi li puniva.
Mi fa rabbia il fatto che sia stato imbastito un maxiprocesso alle mie
spalle e io non ho avuto modo con nessuno di difendermi, di spiegare
la mia versione.
Eppure io era la persona adulta. Si è dato più credito ad un gruppo
adolescenti che dimostrano immaturità ad ogni azione che compiono che
a me. E questo solo perchè erano compatti.
E perchè ormai sono i clienti e il cliente si sa, ha sempre ragione...

Aveva ragione mia madre che diceva dopo il primo episodio: "ma chi te
lo fa fare, fregatene! Prenditi lo stipendio e mandali tutti a quel
paese!".
Maurizio Pistone
2007-02-23 10:10:34 UTC
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Post by GiuseppeDini
Mi ha detto di cambiare metodo e di interrogare quelli che davano
fastidio
se ha detto questo è un imbecille.

Dal tuo racconto emergono due cose:

1. sei capitato in una scuola dove i tuoi colleghi sono riusciti, con un
po' di furberia, un po' di vigliaccheria, un po' di ipocrisia, a
stabilire un compromesso vivibile nei loro rapprti con le classi, e
qualunque elemento che possa disturbare questo equilibrio viene visto
semplicemente come un pericolo. Tranquillizzati, non è così dappertutto
- anche se è una situazione molto diffusa.

2. non esiste un "metodo" per mantenere la disciplina. Tutti noi abbiamo
conosciuto insegnanti vittime di classi ferocemente e sistematicamente
indisciplinate - suona la campana, entra il successivo, uno che non alza
mai la voce, non mette mai una nota, e i ragazzi muti come pesci e buoni
come agnelli. Come in tutte le attività di relazione, è necessario un
mix di doti naturali, capacità di cogliere immediatamente le situazioni,
e soprattutto tanta tanta esperienza, per riuscire a reggere il rapporto
con le classi.

Consiglio: continua a comportarti come ha fatto fino ad ora. Il tuo
"metodo" non è né migliore né peggiore di un altro, ma la cosa che i
ragazzi colgono immediatamente è se un insegnante si comporta con
coerenza oppure no. Nel primo caso, prima o poi riuscirai ad ottenere
qualche risultato - se avrai costanza, anche la loro stima. Nel secondo,
qualunque sia il "metodo" che scegli, sarà un disastro.
--
Maurizio Pistone - Torino
strenua nos exercet inertia Hor.
http://www.mauriziopistone.it
http://www.lacabalesta.it
jsb
2007-02-23 12:20:18 UTC
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Beh dai, non male come primo anno.
Direi che tutto sommato sei sulla buona strada.
Continua a credere in quello che stai facendo e vedrai che acquisterai
credibilità e autorevolezza nei confronti degli studenti e la disciplina ne
trarrà giovamento.
Credo che l'insegnamento sia soprattutto un rapporto umano, quindi le
"tecniche" di comportamento lasciano spesso il tempo che trovano.
Sarà soprattutto l'esperienza ad aiutarti.
Buon lavoro!

jsb
Equinox
2007-02-23 12:51:18 UTC
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Hai la mia solidarietà.

Anche io sono un ingegnere con una grande passione per l'insegnamento. Ho
avuto bellissime esperienze due anni fa, ma quest'anno sono in una
situazione simile alla tua con due classi, e sto odiando questo mestiere.
Anche a me capita che gli alunni mi vogliono mandare dal preside, il quale è
un cacasotto e cerca pure di ragionarci con questi mentecatti che non hanno
voglia di studiare e che sono dei grandissimi maleducati.

E.
gianluca
2007-02-23 13:03:37 UTC
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ciao Giuseppe, ho letto il tuo sfogo e posso capirti, come credo chiunque si
sia trovato, prima o poi, a dover fare i conti con alunni indisciplinati,
magari anche arroganti, spalleggiati dai genitori ( a me è accaduto ) e dal
dirigente scolastico (mi è accaduto anche questo )
Tu sei all'inizio e credo che ti si debba spiegare come funzioni la scuola
adesso. DIMENTICA quanto accadeva 10 o 15 anni fa. Quella realtà è morta e
sepolta... e le speranze che possa ritornare sono pari a quelle di una
Fenice, ossia tra 500 anni - forse - e comunque sempre dalle proprie ceneri.
Il dirigente con cui tu hai a che fare non rappresenta- come probabilmente
tu speri - l'eccezione, ma quasi la regola. Quando si arriva in una scuola
dove non si è mai prestato servizio, basta spesso pocoper capire quale sia
il "clima". Tu puoi adottrae una delle due opzioni:

1) scegli di " acclimatarti ", prostituendo la tua professione, svendendola,
riducendo il tuo lavoro a quello che dirigente e genitori vogliono che sia:
una buffonata, che reciterai al meglio se eviterai di creare problemi ai
ragazzi, dando loro voti che non meritano ( che ne aumenteranno a dismisura
l'ego, già adulterato dai loro amorevoli genitori ) e soprattutto
guardandoti dal riprendere atteggiamenti che evidentemente i genitori
ritengono consoni alla loro giovane età.

2) te ne freghi di tutti e vai avanti per la tua strada, in totale e
assolutà onestà intellettuale e di coscienza. Se però decidi di percorrere
questa strada mi sento anche in dovere di avvisarti che, se tu dovessi mai
avere dei problemi seri ( come è accaduto a me ) col D.S. , seri al punto da
dover ricorrere ad una difesa legale ( con i presidi di oggi le premesse ci
sono tutte ) , sappi che il D.S verrebbe gratuitamente patrocinato dallo
Stato ( forse è per questo che dilaga nella classe dirigenziale il delirio
di onnipotenza??? ) TU NO!

Ci tenevo a dirlo, perchè se qualcuno lo avesse detto a me, avrei
risparmiato un sacco di soldi.... tanto le umiliazioni subite restano....
almeno avrei tutelato il portafoglio.
Antonio
2007-02-23 13:34:47 UTC
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Post by GiuseppeDini
Quest'ultima mi convoca nel suo ufficio e, senza entrare nel merito di
quell'ultima nota, mi rimprovera per le troppe note che "casualmente"
lei leggeva sul registro.
La colpa era mia perchè non riuscivo a tenere la disciplina in classe
e anche perchè le mie lezioni non erano abbastanza interessanti da
richiamare l'attenzione dei ragazzi.
Mi ha detto di cambiare metodo e di interrogare quelli che davano
fastidio.
Carissimo, sono igegnere anch'io, nella tua stessa classe di concorso: la
A020, ed in una scuola peggiore della tua...un'IPSIA.
Hai la mia piena solidarietà perchè in queste scuole non sei un insegnante,
non trasmetti nulla, sei solo un tappabuchi, un gingillo, spesso in balia di
teppistelli da strada che hanno come unico obiettivo quello di contrapporsi
a te a prescindere. E non c'è ragione di convincerli. Fattene una ragione,
non sei un don Milani, e malgrado le tante strategie non otterrai granchè
perchè non sei protetto da alcunchè...tanto meno dai presidi tutti tesi a
nascondere la cacca, a mostrare una facciata linda sotto la quale si
nasconde la fogna più nera.
Non sarai appoggiato neppure dai colleghi, la maggior parte dei quali vive
in classe situazioni come la tua, se non peggiori, ma che sono intenti a
nascondere anche loro la sporcizia per il quieto vivere, per non avere
rogne, per non contrapporsi a preside e genitori (perchè tanto ne risulterai
sempre perdente).
Vuoi un consiglio? CAMBIA MESTIERE... perchè dopo un pò farai assuefazione e
comincerai anche tu a non fregartene ed a mettere tutti sei, promuovendo
tutti...così sarà felice il preside perchè la sua scuola "funziona",
saranno felici i genitori ai quali non gli frega niente se non vedere il
proprio pargolo promosso, sarà felice il Ministero che si potrà vantare
delle promozioni bulgare degli esami di stato, saranno contenti tutti.
fm2766
2007-02-23 15:21:03 UTC
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Post by GiuseppeDini
Voglio raccontarvi la mia prima esperienza come insegnante per capire
se quello che mi sta capitando è normale.
Sono un ingegnere, frequento il primo anno della SSIS nella classe
A020 e nel frattempo grazie ad una lettera di incarico ho ottenuto un
lavoro in una scuola di una provincia vicina a quella in cui seguo la
SSIS.
Da quanto leggo sui ng, la ssis è abbastanza "scollata" dalla scuola
reale. Troverai molte cose che non ti aspetti.
Post by GiuseppeDini
A differenza di alcuni miei colleghi ingegneri che considerano
l'impiego come insegnante semplicemente l'opportunità di avere uno
stipendio sicuro, a me contribuire alla formazione dei ragazzi
appassiona.
Ammesso che qualcuno questa passione non me la faccia passare
subito...
Non temere. Forse puoi avere anche un attimo di scoraggiamento. Incassa,
immagazzina più esperienze che puoi. Poi, forse, se sei coriaceo, dopo
cinque-sei anni, riesci a dominare le situazioni e ti riappassioni. ;-)
Post by GiuseppeDini
Il primo impatto nelle due terze dell'ITIS in cui insegno è stato
quello di persone indisciplinate e poco interessate ad imparare.
Ma questo forse un po' me lo aspettavo.
In una classe ho risolto quasi del tutto i problemi di disciplina
praticamente da subito: dopo qualche giorno con una certa fermezza ho
messo una nota disciplinare ad un ragazzo che dava fastidio e la
classe ha reagito con un silenzio tipico delle situazioni in cui i
ragazzi iniziano a capire che si fa sul serio.
Sei stato fortunato. di solito delle note non si spaventano. Sanno bene
che non sortiranno altri effetti. Restano lì, sulla carta. Tant'è vero
che non conviene metterne molte. Si rischia "l'inflazione". Se le note
sono molte, non servono a nulla. Se sono poche, allora, forse...
Post by GiuseppeDini
Nella seconda classe le cose sono andate un po' diversamente.
Ho pensato di ripetere l'esperienza dell'altra classe, ma non è
servita a niente, anzi forse ha peggiorato le cose.
La cosa che mi stupisce in questi ragazzi e che non ammettono proprio
mai di avere sbagliato nemmeno quando li cogli con le mani nella
marmellata.
Dimostrano un'immaturità disarmante!
Dopo due o tre note che non hanno sorbito l'effetto desiderato ho
riflettuto per cercare di capire che cosa non funzionasse.
Ho pensato che forse loro non si ritengono responsabili perchè hanno
l'impressione che io peschi nel mucchio il primo che capita con
criteri che non reputano equi.
Ho deciso allora di cambiare sistema: dare una nota alle persone che
venivano precedentemente ammonite. In questo modo ho pensato
"capiranno che chi è stato punito lo merita perchè la nota deriva da
episodi ripetuti".
Ho avvistato alcuni ragazzi che al successivo episodio di indisciplina
sarebbero stati puniti.
Ad uno di essi ad un certo punto si è rotta una penna e nel cercare di
ripararla si alzato senza permesso per raccogliere tutti i pezzi che
praticamente erano finiti vicino alla cattedra.
Gli ho detto di metterla a posto con la mia penna sul registro pronto
a mettergli una nota, ma lui guardandomi con superficialità (e forse
con un atteggiamento di sfida) ha continuato a maneggiare la penna
fino a far saltare nuovamente mille pezzi in tutte le direzioni.
A quel punto gli ho dato la nota.
È successo un pandemonio!
Questo ragazzo ha protestato come se avesse subito la più grande delle
ingiustizie e ad un certo punto ha minacciato che avrebbe protestato
con qualcuno per quello che gli avevo fatto ingiustamente.
Chiaramente alla ssis non ti avevano detto nulla sui ragazzi di oggi, vero?
Bene, sappi che sono viziati e iperprotetti dai genitori. Non tutti, però.
Post by GiuseppeDini
A mia volta mi sono arrabbiato molto perchè questa minaccia mi
sembrava paradossale e nella scuola che ho frequentato io (vent'anni
fa) sarebbe stata assurda: l'alunno che minaccia di prendere
provvedimenti nei confronti dell'insegnante.
Hai fatto male ad arrabbiarti. Devi sempre mantenere un certo contegno,
e non devi mai dargli l'impressione che ti abbiano "colpito". In certi
casi devi mantenere un discreto distacco. La punizione va inflitta con
un'apparente freddezza (della serie: "Ti avevo avvertito, questa è la
naturale ed automatica conseguenza. Caxxi tuoi! Te la sei voluta!").
Post by GiuseppeDini
Nei giorni seguenti ho avuto proprio la sensazione che si sia
lamentato con tutti gli insegnanti con cui ha potuto farlo e forse
anche con la direttrice scolastica.
Quest'ultima mi convoca nel suo ufficio e, senza entrare nel merito di
quell'ultima nota, mi rimprovera per le troppe note che "casualmente"
lei leggeva sul registro.
In effetti, hai causato un'inflazione. Troppe note = scarso valore delle
stesse.
Post by GiuseppeDini
La colpa era mia perchè non riuscivo a tenere la disciplina in classe
e anche perchè le mie lezioni non erano abbastanza interessanti da
richiamare l'attenzione dei ragazzi.
Mi ha detto di cambiare metodo e di interrogare quelli che davano
fastidio.
Corretto. Ottieni un doppio risultato: punisci chi infastidisce, ed al
tempo stesso lo tieni impegnato e non può più dare fastidio.
Ah, se puoi, formula le domande in moda appropriato... ;-) La prossima
volta ci penserà due volte.
Se poi rifiuta l'interrogazione, gli fai due domande "impossibili" dal
posto e gli metti un voto appropriato (uno, due, tre, fai tu!).
Post by GiuseppeDini
Il consiglio probabilmente non era neppure sbagliato, ma in una scuola
che funziona forse la direzione dovrebbe riprendere prima gli alunni e
poi docenti.
Ah, trovarla oggi una scuola che funziona... :-)
Post by GiuseppeDini
Inoltre il messaggio che arrivava ai ragazzi di un docente ripreso
(che loro hanno percepito in qualche modo) non mi aiutava di certo a
migliorare la situazione.
Successivamente durante gli scrutini alcuni insegnanti facevano
osservare che non bisognava tenere conto della nota data a quel
ragazzo "perchè diceva di averla subita ingiustamente".
Evidentemente gran parte della classe aveva protestato per
l'ingiustizia delle mie note durante le ore di colleghi insegnanti.
Inoltre tanti segnali mi inducono a credere che alla mie spalle, senza
che nessuno mi abbia chiesto di raccontare la mia versione, sia
scoppiata una mezza rivoluzione.
In ogni caso la situazione della disciplina in classe è migliorata
dopo quell'episodio. Diciamo che i problemi si sono risolti di un 50%.
Forse perchè si sono spaventati dopo che mi ero arrabbiato dopo le
minacce di quel ragazzo, forse perchè dopo aver protestato con tutti
volevano dimostrare a se stessi di avere ragione, o forse perchè
qualcuno (sempre a mia insaputa) ha fatto loro qualche discorsetto.
La situazione, divenuta più sostenibile, è andata avanti per un po'
così, anche se dentro di me pensavo che volevo risolvere il problema
completamente: cioè volevo riportare il livello di disciplina ad una
situazione paragonabile a quella che dimostrano con i docenti di
ruolo.
Nell'altra classe nel frattempo ho minacciato di mettere una nota a
chi non tornava in aula in tempo dopo la pausa, perchè alcuni
tornavano anche cinque minuti dopo.
Ho risolto subito il problema.
Questo mi ha portato a pensare che forse la soluzione per migliorare
ulteriormente la situazione nella classe più indisciplinata fosse
quella di dare regole chiare e semplici e di punire chiunque non le
rispettasse.
Ho pensato: "se la regola è uguale per tutti e viene applicata sempre
senza eccezioni, nessuno si lamenterà".
Poiché c'erano alcuni che durante le ore di lezione lanciavano oggetti
tra di loro o gettavano carte nel cestino, ho minacciato di punire
chiunque l'avesse fatto.
Nei giorni successivi ho messo due o tre note tra le varie proteste,
ma l'ultimo mi ha minacciato di andare con lui dalla preside per farsi
togliere la nota.
Evidentemente la situazione che si era creata precedentemente nei miei
confronti era peggiore di quanto credessi e il messaggio che la
direzione e gli altri insegnanti avevano in qualche modo comunicato ai
ragazzi era preoccupante, mi aveva tolto ogni autorità in fatto di
procedimenti disciplinari.
Nella scuola che io ricordo e che funzionava se un ragazzo si fosse
permesso di andare dal preside insieme ad un insegnante minimo sarebbe
stato sospeso, ma in questa...
Comunque ho cercato di cambiare discorso per non andare dalla preside
perchè la situazione mi puzzava un po'.
Male. Hai dimostrato debolezza e una certa dose di inesperienza ed
insicurezza.
Ma perché parli di direttrice? E' una scuola elementare? O una sede
distaccata? Non è il DS?
Post by GiuseppeDini
Inoltre nella classe si era creato un clima da ammutinamento, che mi
spiazzava.
Stamattina sono tornato in quella classe dopo alcuni giorni (la scuola
era chiusa lunedì e martedì) ed ero quasi sicuro di essere convocato
dalla direttrice.
Ma per fortuna questo non è successo.
Non è una fortuna. Se ritieni di essere nel giusto e di esserti
comportato correttamente, devi far valere le tue opinioni, devi motivare
le tue note. Altrimenti dimostri di essere nel torto.
Se ritieni che i fatti siano stati descritti diversamente da come sono
andati, devi esporre la tua versione dei fatti.
Post by GiuseppeDini
Inoltre, la classe era stranamente disciplinata...
Finita la giornata a scuola nel pomeriggio c'era il collegio dei
docenti.
Quasi da subito la dirigente ha parlato della situazione delle note
disciplinari, ha detto che secondo lei non servono e ha mostrato i
grafici delle note nelle varie classi.
Nel biennio c'era una prima che superava le altre per numero di note,
nel triennio svettava la mia classe più indisciplinata e al secondo
c'era l'altra (ma io non avevo contribuito alle note in quella
classe).
Vedendo quel grafico ho capito subito dove voleva arrivare e perchè
non mi aveva convocato la mattina...
Davanti all'intero collegio di più di cento insegnanti ha detto: "io
conosco la persona che ha messo molte note in questa classe perchè
leggo la firma sul registro" e poi ha aggiunto, secondo me con un
tocco di disprezzo: "quando riesco a decifrarla, la firma".
Sicuro che non si riferisse a qualche docente della classe del biennio?
Fossi in te, investigherei, e cercherei di fare "amicizia" con qualche
collega (magari carina ;-) ), anche solo per capre che aria tira.
Post by GiuseppeDini
Vorrei fare un confronto tra le varie firme sul registro e vedere
quante sono più leggibili della mia!
Poi ha continuato: "alcune sono ridicole e meriterebbero di essere
scritte sul giornalino della scuola".
Forse ci sono stati anche altri insulti velati, che per fortuna devo
aver rimosso.
Tra l'altro ad un certo punto mentre alcuni insegnanti chiacchieravano
successivamente, ha guardato nella mia direzione è detto: "capisco che
queste cose non vi interessano, ma vi prego non dare fastidio". Non
credo di essere paranoico, ma mi sembrava proprio che guardasse me!
Mi sembra che ormai mi abbia preso di mira.
Alla fine del collegio ho parlato con il rappresentante sindacale, che
tra l'altro è l'ITP che lavora con me, e gli ho detto che mi aveva
umiliato pubblicamente e volevo sapere se potevo fare qualcosa.
Ha cercato di sdrammatizzare, mi ha messo una mano sulla spalla
scherzando (non mi aveva mai toccato prima): "dai sei giovane, non
pensarci più! Fai passare qualche giorno vedi che ti calmi. Lo fa
anche con altri...".
Ma io che lo faccia con gli altri a quel livello non credo proprio.
Adesso non so cosa fare vorrei reagire, ma cosa posso fare?
Mi conviene mettermela ancora più contro? E poi non ho tempo...
Sono convinto che qualche errore l'ho fatto, perchè io a differenza
della dirigente mi interrogo sui miei errori per non farne più.
Per avere a che fare con adolescenti bisogna adoperare una sottile
psicologia che io conoscevo solo in parte e che sto imparando molto in
fretta (viste le esperienze forti).
Forse se avessi saputo interpretare alcuni segnali che mi comunicavano
i ragazzi le cose sarebbero andate diversamente.
Ma che colpa ne ho se sto iniziando ad insegnare solo adesso? Qualcuno
mi darà la possibilità di impararle queste cose? Inoltre ho iniziato
ad insegnare a dicembre e prima di me c'erano stati altri due
insegnanti. Potete immaginare l'accoglienza.
D'altro canto il comportamento della dirigente scolastica è
vergognoso, secondo me, e lei non ha le mie attenuanti.
Inoltre vedendo tutte quelle note avrebbe dovuto intervenire dalla mia
parte per risolvere il problema che era nell'indisciplina dei ragazzi
non in chi li puniva.
Se i ragazzi le hanno parlato, e tu no, lei ha sentito una sola campana,
e si è fidata di quella. Se è il caso, dovresti parlarle anche tu. Credo
che, se tu mostrassi un pò di umiltà nei suoi confronti, lei capirebbe e
potrebbe anche insegnarti qualcosa. Come diceva Plinio (?) il vecchio:
"nessun libro è così cattivo da non meritare di essere letto".
Post by GiuseppeDini
Mi fa rabbia il fatto che sia stato imbastito un maxiprocesso alle mie
spalle e io non ho avuto modo con nessuno di difendermi, di spiegare
la mia versione.
Eppure io era la persona adulta. Si è dato più credito ad un gruppo
adolescenti che dimostrano immaturità ad ogni azione che compiono che
a me. E questo solo perchè erano compatti.
E perchè ormai sono i clienti e il cliente si sa, ha sempre ragione...
E forse perché loro hanno parlato e tu sei stato zitto?
Post by GiuseppeDini
Aveva ragione mia madre che diceva dopo il primo episodio: "ma chi te
lo fa fare, fregatene! Prenditi lo stipendio e mandali tutti a quel
paese!".
Direi che finché non fai abbastanza esperienza, forse è il caso che ti
metti nelle vesti di un semplice osservatore. Guarda e muoviti poco. chi
non si muove, non produce cocci.
Spaghetti western
2007-02-23 17:21:01 UTC
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Questi problemi sono esplosi con l'introduzione dei debiti e con
l'abolizione dell'efficacia del sette in condotta. Serve una riforma della
scuola....
Le ragioni dei comportamenti indisciplianti degli studenti sono dovuti anche
al fatto che la scuola ha perso molta credibilità come strumento per
l'inserirsimento nel mondo del lavoro a un certo livello. I mille euro al
mese che aspettano spingono a rifiutare di farsi il culo a scuola (e di
conseguenza a non avere molto rispetto per i professori). Quindi me la godo
fin che posso, che tanto è lo stesso (questo è il ragionamento). E i
genitori in linea di massima sono d'accordo: si fanno il culo in due per
guadagnare quanto basta e, alla sera, non vogliono avere grane con la
scuola...

In una riforma della scuola io introdurrei un liceo d'eccellenza (con due
indirizzi: classico e scientifico). Ammissione per titoli o per esami sia
per gli studenti che per i professori (pagati un po' di più di quelli
"normali"). Per chi vuole fare il massimo. Questi studenti potranno
iscriversi direttamente ad una laurea specialistica triennale e, a 22 anni,
andare a lavorare o proseguire la specializzazione ai massimi livelli. Chi
viene bocciato passa ai licei normali.

Elimineri i licei tecnologi (un ibrido inutile)

Riformerei gli istituti tecnici. 6 ore di lezione al giorno sono troppe.
Ridurrei o accorperei le materie. Eliminerei le troppe sperimentazioni.
Visto che poi la formazione tecnica si completa in azienda, ma mi
concentrerei solo sui "pilastri" dell'istruzione tecnica, eliminado i "mille
rivoli"... Si ridurrebbe il numero di qualche insegnante "superfluo" (visto
che la scuola non è il modo per sistemare un po' di gente che altrimente non
troverebbe lavoro. O no...?).

Introdurrei il voto di condotta: chi non ha il minimo semplicemente viene
bocciato (anche se ha tutti otto).
Romeo Lo Muzio
2007-02-23 18:46:08 UTC
Permalink
Post by Spaghetti western
Questi problemi sono esplosi con l'introduzione dei debiti e con
l'abolizione dell'efficacia del sette in condotta. Serve una riforma
della scuola....
Le ragioni dei comportamenti indisciplianti degli studenti sono dovuti
anche al fatto che la scuola ha perso molta credibilità come strumento
per l'inserirsimento nel mondo del lavoro a un certo livello. I mille
euro al mese che aspettano spingono a rifiutare di farsi il culo a
scuola (e di conseguenza a non avere molto rispetto per i professori).
Quindi me la godo fin che posso, che tanto è lo stesso (questo è il
ragionamento). E i genitori in linea di massima sono d'accordo: si fanno
il culo in due per guadagnare quanto basta e, alla sera, non vogliono
avere grane con la scuola...
In una riforma della scuola io introdurrei un liceo d'eccellenza (con
due indirizzi: classico e scientifico). Ammissione per titoli o per
esami sia per gli studenti che per i professori (pagati un po' di più di
quelli "normali"). Per chi vuole fare il massimo. Questi studenti
potranno iscriversi direttamente ad una laurea specialistica triennale
e, a 22 anni, andare a lavorare o proseguire la specializzazione ai
massimi livelli. Chi viene bocciato passa ai licei normali.
'Liceo d'eccellenza'? ....il liceo scientifico? un liceo detto
scientifico dove si studia tutto(latino, filosofia, dove l'inglese è
studiato a livello di antologia linguistica) fuorché delle vere materie
scientifiche.
E poi quali sarebbero i licei normali? Quello socio pedagogico (il
magistrale per intenderci).
Penso che basterebbe rimettere in piedi la figura del docente con il
rispetto che si merita, e consentire di svolgere i programmi per come
dovrebbero essere fatti.
Anni fa, quando ancora a scuola si iscrivevano gli studenti che volevano
veramente imparare, chi usciva dell'ITIS spec. informatica (parlo per
me ma penso che la cosa si possa allargare anche alle altre
specializzazioni) si iscriva ad ingegneria dando i principali esami del
biennio (quelli più duri per antonomasia), studiando sugli appunti di
scuola. Il che significa che l'itis non è forse scuola di eccellenza ma
in quanto a preparazione non ha nulla da invidiare (se fatta bene,
ovviamente).
Post by Spaghetti western
Elimineri i licei tecnologi (un ibrido inutile)
no, semplicemente una brutta copia di un itis informatico....
Post by Spaghetti western
Riformerei gli istituti tecnici. 6 ore di lezione al giorno sono troppe.
Ridurrei o accorperei le materie. Eliminerei le troppe sperimentazioni.
Visto che poi la formazione tecnica si completa in azienda, ma mi
concentrerei solo sui "pilastri" dell'istruzione tecnica, eliminado i
"mille rivoli"... Si ridurrebbe il numero di qualche insegnante
"superfluo" (visto che la scuola non è il modo per sistemare un po' di
gente che altrimente non troverebbe lavoro. O no...?).
Introdurrei il voto di condotta: chi non ha il minimo semplicemente
viene bocciato (anche se ha tutti otto).
...questa forse non è assolutamente malvagia come proposta.
Spaghetti western
2007-02-23 21:48:46 UTC
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Post by Romeo Lo Muzio
'Liceo d'eccellenza'? ....il liceo scientifico? un liceo detto
scientifico dove si studia tutto(latino, filosofia, dove l'inglese è
studiato a livello di antologia linguistica) fuorché delle vere materie
scientifiche.
No, devono specializzati, ognuno nel suo indirizzo. E la prosecuzione
universitaria non può che essere nello steso ramo.
Post by Romeo Lo Muzio
E poi quali sarebbero i licei normali? Quello socio pedagogico (il
magistrale per intenderci).
Ne farei solo tre o quattro: classico, scientifico e linguistico. Se hai
scelto un liceo, la specializzazione la fai dopo, all'università...
Post by Romeo Lo Muzio
Penso che basterebbe rimettere in piedi la figura del docente con il
rispetto che si merita, e consentire di svolgere i programmi per come
dovrebbero essere fatti.
Questo è ovvio. Ma la scuola oggi è un caos e ci vuole un po' di ordine (e
di disciplina...:)))
carmine
2007-02-24 12:25:48 UTC
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Post by Spaghetti western
Questo è ovvio. Ma la scuola oggi è un caos e ci vuole un po' di ordine (e
di disciplina...:)))
basterebbe ripristinare la giustizia.
ormai le scuole sono gestite da gruppi che fanno riferimento a sigle
sindacali e che hanno poco o nulla a che vedere con il Sindacato
Minelli
2007-02-23 21:09:28 UTC
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Post by GiuseppeDini
Voglio raccontarvi la mia prima esperienza come insegnante per capire
se quello che mi sta capitando è normale.
Aveva ragione mia madre che diceva dopo il primo episodio: "ma chi te
lo fa fare, fregatene! Prenditi lo stipendio e mandali tutti a quel
paese!".
Non ho letto tutto il tuo post perche' troppo lungo, ma ne immagino il
tenore (sto nella scuola da quasi 20 anni ormai) Beh, il mio parere e'
il seguente: la scuola secondaria non e' scuola d'obbligo, se agli
alunni non gliene frega nulla, nessuno li obbliga a continuare gli
studi: SBATTETELI FUORI A CALCI IN CULO!!!!!! e nessuno che lo
capisce!! e che diavolo!!
Pietro De Paolis
2007-02-23 23:18:33 UTC
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Post by GiuseppeDini
Voglio raccontarvi la mia prima esperienza come insegnante per capire
se quello che mi sta capitando è normale.....
Sì, è normale e ne accadono di peggio.
In effetti non esiste un manuale Cencelli da dare ad un docente che va per
le prime volte in una classe, e non può esistere.
Provo a darti alcune regole basilari.
1 - Non iscriverti al sindacato del tuo ITP e a nessun altro. Questa è la
prima regola per sopravvivere nella scuola comunista di Stato. Ci sono
almeno una diecina di tuoi colleghi sindacalisti che ti stanno buttando
delle pietre e dei calci in quel posto, compresa la tua Dirigente, si fa per
dire, col chiaro fine di farti iscrivere ad un sindacato. Se provi ad
iscriverti ad uno qualunque, vedrai che le cose cambieranno d'incanto.
2 - Ti tocca studiare la tua materia sui libri di testo adottati. Il libro
di testo lo devi sapere a memoria, ricordarlo ad occhi chiusi. Non tutto in
una volta, ma almeno le due o tre lezioni che devi fare nei prossimi giorni
e che devi decidere tu, queste le devi sapere a memoria, con sicurezza. Ecco
i ragazzi ti vedono in classe e capiscono a volo dove tu tentenni nella
spiegazione e nell'interrogazione.
3 - Non parlare mai con i colleghi docenti di scuola e delle tue classi;
parla di calcio, di vestiti, di scarpe; della tua barca lunga 100 metri,
anche se non la possiedi. Della tua tenuta da 50 ettari che non hai tempo di
vedere ( anche perché non ce l'hai); delle centinaia di clienti che fanno la
fila al tuo studio di ingegnere; della piscina riscaldata che hai
sull'attico, ecc. ecc. Cioè butta un pò di fumo negli occhi, in modo da
costringere le colleghe a mettersi le gonne mozzafiato, quando osassero
avvicinarti a te. Quindi creati attorno una atmosfera idonea ad intimorire
tutti i colleghi, che, ovviamente, cercano in tutti i modi di toglierti
dalla scuola.
4 - Ti tocca imparare a tue spese come gestire le classi da solo, cioè fai
finta che i colleghi non esistano, e infatti non esistono docenti, ma solo
stipendiati di Stato. Quello che i ragazzi fanno con te è normale; con gli
altri colleghi avviene di peggio. Rompono i banchi, rompono le sedie,
rompono i muri, fanno la pipì nel cestino della classe, ecc. ecc., oltre
alle cose filmate e trasmesse nelle TV in questi mesi. Sono cose normali
nella scuola voluta dai sessantonini, ora al governo della Repubblica.
Leggiti lo Statuto delle studentesse; i ragazzi hanno ragione. Possono fare
tutto questo e sono anche tutelati dalla legge.
Le note sul registro non vanno mai messe, eccetto nel caso in cui un alunno
si è fatto male per davvero. Con la nota rovini la tua reputazione;
qualunque ispettore o preside o docente dovesse aprire il registro di classe
capirebbe subito che tu non sai gestire la classe. Ed è purtroppo vero. Ma
non è colpa tua. Nessuno nasce imparato.
In ogni classe si crea un leader tra gli alunni; di solito i leader sono tre
e a volte quattro.
Ti trovi chiuso in gabbia con 20 o trenta leoni. Il leader devi essere tu.
Cioè questi tre o quattro che non contano nulla nella classe tocca a te
tenerli a freno, cioè far loro capire che non contano nulla; ma con la
psicologia, in modo che tutta la classe creda che questi tre contano molto.
Tocca usare molta carota e poco bastone.
Il bastone sarebbe la vecchia bacchetta, la vecchia disciplina, il vecchio
rigore dei secoli scorsi. Il bastone non va mai usato, ma va fatto presente
che esiste, che lo tieni sempre in mano tu, che sei pronto ad usarlo, ma non
lo devi mai usare. Se lo usi vuol dire che hai perso una battaglia con la
classe. Quindi niente note. La nota per il ragazzo vuol dire che hai perso;
che non hai saputo trovare il punto di equlibrio tra la esigenza della
classe di fare casino e rovinarti la carriera, e la tua esigenza personale
di arrivare a fine mese, in modo da riscuotere lo stipendio.
La carota. Ecco questa è l'arma vincente in questo periodo. Carota vuol dire
amicizia vera e schietta con i giovani che ti danno da mangiare. Se loro non
vengono a scuola non ci vieni nemmeno tu. Sono loro che decidono sul tuo
stipendio a fine mese.
Non posso svelarti i mezzi per conquistare l'amicizia vera degli alunni. E'
un gioco di prestigio. Se si svela il trucco, il trucco smette di
funzionare.
Tocca a te crearti, giorno per giorno, con l'esperienza, quello che ti serve
per gestire da solo una classe.
Cioè costruisciti la tua immagine che dai sui ragazzi, cioè l'immagine di un
docente completo, che conosce a fondo la sua materia; che sa trattare con i
colleghi e i dirigenti; che sa ottenere dai ragazzi quello che loro mai
darebbero ad un docente: cioè la soddisfazione di avere venti o trenta
alunni, imbambolati e in silenzio, ad ascoltare le c... che dici. In fondo
dovresti saperlo che quello che ti è stato insegnato a scuola non ti servirà
mai nella vita. E anche quello che tu insegni ora non servirà mai nella vita
ai tuoi alunni. Loro lo hanno capito fin dalla prima elementare.
--
Pietro De Paolis
Spaghetti western
2007-02-23 23:48:46 UTC
Permalink
Provo a darti alcune regole basilari. [zac]
Carini i consigli. Sembra quasi la realtà... :)))
giofra
2007-02-24 08:38:11 UTC
Permalink
Post by GiuseppeDini
In una classe ho risolto quasi del tutto i problemi di disciplina
Ha scritto la parola giusta (DISCIPLINA) ma procedi in un modo
che (implicitamente) il legislatore ritiene inefficace, ti accanisci
cioè (inutilmente secondo la mormativa) con l'INDISCIPLINA.

Più che punire l'l'INDISCIPLINA. il legislatore (che nulla
ha scritto nel merito della DISCIPLINA) suggerisce
in sostanza e viceversa di premiare la DISCIPLINA,
a meno che l'INDISCIPLINA, che diventa mancanza
di attenzione per la materia con ripercusioni pertanto
dirette sul PROFITTO, a meno che l'INDISCIPLINA,
dicevo, non avvenga addirittura durante le tue spiegazioni.

Insomma più che interrogare gli indisciplinati (scatenando
spessso l'incotrollabile effetto pigmalione) conviene
spiegare e premiare i disciplinati.

Giovanni.
Faberio
2007-02-25 19:04:20 UTC
Permalink
Post by GiuseppeDini
Voglio raccontarvi la mia prima esperienza come insegnante per capire
Amico, hai tutta la mia solidarieta' ma... benvenuto nel mondo degli
ITIS/IPSIA, fortuna che i filmini stanno dimostrando che non eravamo noi
docenti ad esagerare.

--
Fabrizio

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